Cucinare per gli altri
Odio i pasti regolari. Per la verità è una bugia. In un mondo ideale amerei cucinare e mangiare regolarmente. Mi piacerebbe essere una di quelle persone lì, che hanno dei ritmi, che hanno il dono delle regole. Nella realtà le ore dei pasti sono un gran motivo di noia e di ansia per me.
Spesso non mi accorgo di avere fame finchè la sensazione non diventa insopportabile. La cucina della struttura dove vivo è un luogo estremamente scomodo e affollato. Il rumore mi mette ansia. Dipendere dai ritmi altrui mi mette ansia. Anche quando cerco di pranzare e cenare a orari improponibili, per incrociare il minor numero possibile di persone, sento su di me gli sguardi dei pochi rimasti, che si chiedono “perchè sta sempre da sola?” come se ci fosse qualcosa di intrinsecamente sbagliato in me, e questo mi mette ansia. So che anche i direttori pensano la stessa cosa, e questa è la peggiore delle ansie. So di non essere benvoluta semplicemente perchè sono diversa.
Da qualche giorno è tornata una delle ragazze con cui ho fatto gruppo negli scorsi anni. Siamo rimaste noi due. Tutte le altre si sono trasferite o sono ritornate a casa. Questa ragazza non sa cucinare. Al massimo sa metter su l’acqua della pasta. Mi ha proposto se vogliamo condividere la spesa e i pasti – per me va bene, almeno ho delle scuse per andare in cucina “come tutti gli altri vogliono” (tutti, compreso il mio stomaco).
Quando mangio ho i miei estremi. Mi ricopro di schifezze, oppure organizzo pasti come si deve. Questa ragazza è campata per due anni con la cucina di un’altra mia amica – senza cattiveria, ma cucinava in modo pesante, era tutto salatissimo, e non c’era traccia di frutta o verdura. Tuttavia, poichè a casa sua cucinano ancora peggio, si è sempre adattata a tutti i tipi di piatto. Ieri sera l’ho vista sorpresa: per la prima volta stava mangiando un’insalata, e le stava piacendo!
Non so bene cosa sia scattato in quel momento, ma ho sentito di aver fatto qualcosa di buono. Io e lei abbiamo pochi mezzi per comunicare. Siamo completamente diverse, e tutte le nostre conversazioni contengono battute, cazzate, serie tv e nient’altro. Per la verità, non capisco perchè mi frequenti. Forse è abitudine, forse per lei sono divertente, forse uno vale l’altro. Ma ieri forse ho pensato di poterle dare un pezzettino di me stessa – anche solo attraverso la cucina – e sembra poco ma non lo è, perchè siamo davvero ciò che mangiamo. Sono anche stata contenta di farla mangiare un po’ meglio del solito. Anzi, mi sorprende pensarlo, ma forse sono la migliore cuoca (in fatto di equilibrio dei nutritivi, di salute) che abbia avuto finora. E’ un po’ curioso pensarci, perchè io mi arrangio, più che cucinare, ma a casa mi hanno abituato molto bene, e a quello mi adeguo.