“Me stessa” mi allontana dagli altri

di igniculusdesiderii

Amici? Certo che ce li ho, direbbe il resto del mondo. Non lo so, forse non ne ho nemmeno uno, dico io a voce bassa, per non farmi sentire. Altrimenti sarei una stronza, sarei troppo esigente, sarei piena di problemi inutili. Di questo tipo sono i commenti che ho ricevuto finora.

Con i miei cosiddetti amici non ho problemi, non litighiamo mai. Ed è questo il problema. Siamo persone che non si toccano, messe l’una accanto all’altro come i soprammobili su una credenza, passiamo i mesi assieme parlando di cazzate, e lo chiamiamo attaccamento, amicizia, affetto. Forse per tutti, in fondo, l’amicizia è questa – e sono io ad avere “problemi inutili” – ma ditemi, avete mai visto un problema davvero inutile – o magari aveva solo il nome sbagliato? A volte sono loro profondamente grata e li penso con affetto sincero, perchè sono gli unici amici che ho – sì, come se nessun altro potesse, volesse essere mio amico. Come se la loro compagnia fosse un atto di carità nei confronti di me, una persona così distante, ancora più distante di quanto loro possano esserlo l’un l’altro, una persona che mente in continuazione – loro lo sanno, ma per qualche motivo scelgono di rimanere.  Ed io sono loro così grata, perchè se incontrassi un giorno me stessa, mi sentirei semplicemente odiata da quell’individuo così bugiardo, con discrezione, ma odiata, e me ne andrei via. Suppongo che i miei amici traggano il piacere che possono dalla mia parlantina, e dal buon carattere che fingo di avere, e non vogliano chiedere di più.

Altre volte invece li odio, e li disprezzo. Dovete sapere che io ho il disprezzo facile, per gli altri così come per me stessa ed il mondo intero. Li trovo una mandria di individui ottusi ed amorali, senza prospettive, grezzi, sommersi dalla banalità – e l’odio che provo per loro spesso si confonde con l’odio per le cose del mondo. Vorrei non essere più invitata alle loro feste o alle loro serate, vorrei che non mi riempissero più la testa delle loro cazzate – a cui tanto non potrei oppormi, perchè non ascoltano confutazione alcuna. Ogni volta che decido di mangiare sano, di vedere film diversi da quelli di hollywood, di andare a letto presto, di fare attività fisica, tutte le passioni che ho da tempo e devo strozzare, o tutte le buone abitudini che sto cercando di apprendere, mi allontanano sempre di più da loro.

Tra l’odio e l’amore c’è una verità più o meno oggettiva: ho veramente poco in comune con queste persone, sia di cuore, sia di esperienze, sia di prospettive, viviamo su pianeti diversi. Ma l’alternativa qual’è? La solitudine. Non conosco nessuno che sia diverso da loro – e quel che è peggio, sto perdendo quasi del tutto la mia già scarsa capacità di intessere relazioni umane; non parliamo della capacità di goderne davvero – è praticamente estinta. Provo, ogni tanto, per qualche caso fortuito, a conoscere e frequentare altre persone, e tutto andrebbe a gonfie vele…se solo non sentissi, ad un certo punto, l’impulso irrefrenabile di fuggire via e non tornare. Sto recitando, lo so che sto recitando. E allora distruggo tutto, spezzo i legami, mi ritiro nella mia sincera, limpida solitudine. Forse vuol dire questo, non credere più nell’amore. Sentire che fuori dalla solitudine c’è solo altra solitudine.

Non sono abituata ad essere una persona vera agli occhi degli altri. Ho imparato con gli anni che le persone mi avvicinano solo perchè vogliono qualcosa. Che io le faccia sentire importanti. Oppure vogliono scopare, che è quasi la stessa cosa. Non so più dov’è finita la mia anima, e ho paura.